Fame incontrollata? Tutta colpa di una variazione genetica E-mail
Scritto da Cristian Fuschetto   
Lunedì 19 Marzo 2012 12:19

I ricercatori del Georgetown University Medical Center hanno mostrato come una singola mutazione in un singolo gene sia responsabile dell'incapacita' dei neuroni di trasmettere in modo efficace il segnale di soppressione dello stimolo dell’appetito, provocando una condizione di obesita'.
Lo studio, pubblicato online su Nature Medicine, suggerisce che potrebbe essere individuato un modo per stimolare l'espressione di quel gene al fine di curare l'obesita' causata da un appetito incontrollato.
Il team di ricerca ha individuato una mutazione nel cosiddetto fattore neurotrofico (BDNF), un gene che se non funzionante non consente ai neuroni del cervello di lanciare in modo efficace i segnali chimici della leptina e dell’insulina attraverso il cervello. Negli esseri umani questi ormoni, rilasciati nel corpo dopo aver mangiato,  sono in un certo senso progettati per ordinare al corpo di smettere di mangiare. Ma se i segnali non riescono a raggiungere le corrette posizioni nell'ipotalamo, l'area del cervello che segnala la sazieta', la persona continua a sentire il bisogno di alimentarsi.


''Questa scoperta potrebbe aprire nuove strategie per agire sul cervello dei pazienti obesi'', ha affermato Baoji Xu, professore associato di Farmacologia e fisiologia alla Georgetown e primo autore dello studio. Xu ha studiato a lungo il gene BDNF, scoprendo che esso e' responsabile di un fattore di crescita che controlla la comunicazione tra i neuroni. Ma, fino ad ora, nessuno era stato in grado di descrivere esattamente come BDNF controlla il peso corporeo. ''Se c'e' un problema con il gene BDNF, i neuroni non possono parlare tra loro, e i segnali emessi dalla leptina e dall’insulina diventano inefficaci, lasciando la sensazione di appetito del tutto inalterata''. 
''Ora l'approccio migliore potrebbe essere quello di trovare un farmaco in grado di stimolare l'espressione di BDNF nell'ipotalamo'', ha concluso il ricercatore americano.

 

 












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