Malati SM e CCSVI: Dopo Report, Comi si dimetta da SIN e da AISM/FISM E-mail
Scritto da Ufficio Stampa CCSVI   
Martedì 06 Dicembre 2011 14:39

Roma - Il servizio “c’è chi dice NO: Paolo Zamboni” andato in onda domenica sera a Report su rai3, ha chiaramente e tristemente evidenziato ciò che i malati di sclerosi multipla sono costretti a subire da anni: il coraggio di una scoperta rivoluzionaria e scientificamente inattacabile, contrastato e irragionevolmente osteggiato dalla classe neurologica italiana, dietro alla quale si nascondono pesantissimi conflitti di interessi, nel mezzo di un’anarchia di privati che sono diventati per i malati l’unica via di salvezza sui quali la Regione Emilia Romagna risponde di non sapere!

Mentre esprimiamo totale solidarietà al Dott. Fabrizio Salvi per il vergognoso attacco subito da parte del Prof. Giancarlo Comi, Presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN), confermiamo la massima preoccupazione per ciò che la SIN ha saputo, anche questa volta, mettere in campo attraverso il proprio massimo esponente. Ci pare che si sia toccato il fondo e che Comi abbia confermato la propria totale inedaguatezza a guidare  la Società scientifica dei neurologi italiani. Per questa ragione ci accingiamo a chiedere  alla SIN le sue dimissioni  immediate.

E non tarderemo ad esprimere il nostro assoluto disappunto, per quanto ascoltato ieri, anche all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) essendo il Prof. Comi anche componente di peso del comitato scientifico FISM, la fondazione che finanzia AISM, e principal investigator dello studio COSMO finanziato da FISM, che dovrebbe valutare la correlazione tra CCSVI e Sclerosi Multipla, chiedendo le dimissioni immediate di Comi dai seguenti incarichi:
•    principal investigator e componente dello Steering Comitee dello studio epidemiologico COSMO. E’ infatti evidente come la imparziale direzione di un simile studio sia inconciliabile con le dichiarazioni ascoltate ieri di inesistenza di riscontro scientifico della ricerca di Zamboni, riscontro comprovato da continue conferme internazionali.
•    membro del Comitato Scientifico e del Consiglio di Amministrazione della FISM che sta valutando la possibilità di un finanziamento alla sperimentazione scientifica Brave Dreams. Appare altresì palese come il Prof. Comi non possa giudicare con obiettività una proposta scientifica che vede nello Steering Committee proponente proprio il Dott. Salvi nei cui riguardi si è espresso in modo inqualificabilmente ingiurioso.
Ma per meglio comprendere il peso delle affermazioni infamanti di Comi ricordiamo che egli è anche: membro dell’Executive Committee of American Academy of Clinical Neurophysiology, membro dell’Executive Board of European Charcot Foundation for MS Researches, direttore scientifico dell’International School on Multiple Sclerosis, membro del Comitato Esecutivo European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis, direttore scientifico MS Accademia, presidente del Comitato Scientifico ARIN e presidente della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica.
È infine Managing Editor di Topics in Neurosciences, membro dell’Editorial Board di: Eur Neurol, J Eur Neurol, Trends in Medicine, Neurological Sciences, Clinical Neurophysiology, The Lancet (Italia).

A tanto peso scientifico si accompagnano altrettanto pesanti conflitti di interessi, avendo egli ricevuto compensi da tutte le case farmaceutiche che producono farmaci per la sclerosi multipla come pubblicamente dichiarato:  Merck Serono, Novartis, Sanofi-Aventis, Teva Pharmaceuticals, Biogen-Dompé, Bayer Schering Pharma AG, Serono Symposia International Foundation.

Rispetto alla posizione del prof. Comi, il servizio andato ieri in onda su Report ha correttamente sottolineato l’inconcepibile e totalmente ascientifico comportamento della SIN che, con la famosa lettera di “dissuasione” alla partecipazione allo studio Brave Dreams inviata agli associati, ha di fatto messo al bando uno studio scientifico prodotto attraverso la direzione di una Regione, avente come promotore un ente pubblico e approvato all'unanimità da un Comitato Etico. A quella lettera la nostra Associazione ebbe modo allora di rispondere profondamente scandalizzata.
(http://ccsvi-sm.org/?q=node/705).

Inoltre ha ancora una volta rivelato l'ennesimo tentativo di nascondere le evidenze scientifiche sulla CCSVI e sulla sua correlazione con la Sclerosi Multipla, che Comi ancora non riconosce, a fronte delle centinaia di pubblicazioni scientifiche che attestano la conferma della scoperta di Salvi e Zamboni. Su tutte ricordiamo l’ormai citatissima meta-analisi condotta da un gruppo  multidisciplinare di esperti del Canadian Institutes of Health Research ove sono stati considerati i più attendibili studi sinora pubblicati, da cui risulta che la CCSVI è 13 volte più frequente nei pazienti SM che non nei controlli. Questo risultato è emerso a partire dall'analisi di 466 studi pubblicati inerenti la CCSVI, tra i quali sono stati valutati eleggibili 8 di carattere diagnostico-sonologico perchè soddisfavano precisi criteri di qualità metodologica, consistenza numerica  e quindi attendibilità dei risultati. Tale meta analisi, lo ricordiamo, è ciò che ha convinto il governo del Canada a stanziare i finanziamenti per uno studio di valutazione dell’efficacia del trattamento della PTA sulla sclerosi multipla.

Ma, più di tutto, dopo il servizio di Report, possiamo dire che il re è nudo!
Sono finite le frasi di circostanza, quelle che si appellavano alla richiesta di rilevanza scientifica. E’ terminato pure l’arroccarsi dietro all’invito alla prudenza con la scusa della salvaguardia della sicurezza dei pazienti.
Il confronto da scientifico si è fatto diffamatorio, di fronte alle telecamere, nei riguardi dell’unico neurologo che ha sacrificato tutto se stesso per la ricerca sulla CCSVI in cui crede.

Le esternazioni che ieri milioni di telespettatori, chissà quanti di essi malati di sclerosi multipla, hanno dovuto subire, ci fanno gridare allo scandalo e ci auguriamo che ne siano allo stesso modo scandalizzati al più presto l’ordine dei medici, le procure, i tribunali.

Questa è la triste realtà con cui siamo costretti a confrontarci: non più “solo” atteggiamenti oscurantisti e minaccianti, ma per giunta diffamatori e offensivi. E chi ne fa le spese, ancora una volta, sono i malati.

 












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